La storia delle frittelle veneziane

Alla scoperta della Storia delle fritoe: tipologie, ingredienti, preparazione.

Venezia non è una città come tutte le altre, lo sanno benissimo i milioni di turisti che ogni anno vengono da tutto il mondo per visitarla.
È una città unica al mondo, con un fascino tutto suo, deve convivere con i problemi dell’acqua alta, ha nelle sue calle una caratteristica tutta particolare, ed è una città con segreti che pochi conoscono.

Un esempio? le frittelle veneziane!

Quando sono nate le frittelle? E a Venezia quando e come sono state inventate le “fritoe venesiane“?
Come sempre, quando ci si imbatte a dover ricostruire la storia di qualche specialità tipica, soprattutto in Italia, la vera data di nascita è sempre difficile collocarla temporalmente, ma spesso anche i luoghi si confondono.

Le frittelle veneziane: un po’ di storia

Per le frittelle sembrerebbe che siano di epoca romana, risalenti quindi ai fasti della Roma antica, e questo secondo un documento del Trecento che sembra descriverle.
Una cosa invece certa è che se ne parla in un documento risalente al rinascimento italiano: questo “trattato di cucina” redatto da tale Bartolomeo Scappi, ne illustra metodi e ricette per preparare le frittelle, e tra queste troviamo anche la nostra “frittella alla veneziana” ( o venetiana, visto i tempi).

Nell’antica Roma i lontani parenti della frittella si chiamavano globulos, erano formati da un impasto a base di semola di grano duro e formaggio cotto nel grasso e poi conditi con l’aggiunta di miele e semi di papavero.

I maggiori successi della fritoea de venesia sembrano datai intorno al ‘700, cioè nel periodo dei fasti della Repubblica Serenissima, quando il leone di Venezia dominava per i mari.
In quel periodo infatti la frittella venne addirittura proclamata dolce nazionale, ed a prepararla erano appositi cuochi chiamati “i fritoleri”.

A Venezia infatti le frittelle sono chiamate in dialetto “fritole” oppure “fritoe”, e coloro che le preparavano erano strani personaggi bardati di grembiule. Al tempo i fritoleri erano dei comuni ambulanti, cioè vendevano le loro prelibatezze lungo strade e calle veneziane, solo i più ricchi potevano permettersi dei baracchini fissi.

Una delle caratteristiche di questi curiosi personaggi era quella di far vedere in bella evidenza il loro vasetto di zucchero usato per la decorazione delle frittelle, perché, dovete sapere, in quegli anni lo zucchero era merce rara e preziosa.
Venezia però era diversa, perché era una Repubblica Marinara, e grazie all’esteso commercio poteva disporre di quantità di zucchero a buoni prezzi.

Per garantire sia il loro nome ma soprattutti lavoro per tutti, nel 1619 i fritoleri si unirono in una corporazione con lo scopo di garantire ad ognuno dei 70 membri che ne facevano parte, una zona tutta loro da servire ed anche di poter tramandare l’arte di generazione in generazione. Questa specie di società durò per circa 200 anni.

Da normale frittella a frittella farcita

Le frittelle veneziane in origine non erano farcite ma esisteva solo la classica frittella, quella che potremmo definire originale, poi nacquero delle varianti con l’imbottitura alla crema, ed oggi sono forse le più richieste.
Il nome di frittella veneziana è però probabilmente usato in maniera impropria da queste frittelle, che in realtà dovrebbero chiamarsi semplicemente firttelle alla crema o frittelle ripiene.

Oggi, se camminate per le calle di Venezia durante il periodo di carnevale (evitate il sabato e la domenica se volete godervi veramente la città lagunare) troverete qua e là, sparse per la città, pasticcerie con vassoi strapieni di queste specialità gonfie di crema fino a scoppiare.